ISO 27000 e ISO 31000: standard diversi, un’unica strategia per il cyber risk

In un contesto dove la cyber security non è più una scelta ma una necessità, le aziende si trovano davanti a una sfida: costruire un modello di gestione del rischio che sia solido, scalabile e riconosciuto a livello internazionale. In questo scenario, due framework si impongono come riferimento: la famiglia ISO/IEC 27000, specifica per la sicurezza delle informazioni, e la norma ISO 31000, dedicata alla gestione del rischio in senso ampio.

ISO/IEC 27000: struttura, controllo e conformità per la sicurezza delle informazioni

La famiglia ISO/IEC 27000 definisce le linee guida per implementare un Information Security Management System (ISMS) efficace, fondato su principi di riservatezza, integrità e disponibilità dei dati. Si tratta di uno standard tecnico-operativo, utile per proteggere sistemi informativi, applicazioni e infrastrutture critiche.

Le aziende che adottano questo standard possono strutturare un approccio continuo alla sicurezza, in grado di evolvere nel tempo e di garantire conformità con normative come GDPR, NIS2, DORA ed EBA Guidelines.

Rischi derivanti da una mancata adozione della ISO/IEC 27000

Rischio
Descrizione
Impatto
Assenza di un ISMS
Manca una governance centralizzata della sicurezza
🔴 Critico: gestione reattiva e inefficace
Nessuna valutazione del rischio informatico
Le vulnerabilità non sono identificate o gestite
🔴 Alto: attacchi imprevisti, incidenti non mitigati
Procedure non standardizzate
La gestione dei dati è frammentata
🟠 Medio-Alto: rischio operativo e non conformità
Personale non formato
I comportamenti aumentano la superficie d’attacco
🟡 Medio: errore umano come prima causa di breach
Documentazione incompleta
Non si può dimostrare l’efficacia delle misure adottate
🟡 Medio: criticità in audit e ispezioni

ISO 31000: gestione integrata e strategica del rischio

Diversamente dalla ISO/IEC 27000, la norma ISO 31000 ha un respiro più ampio: si applica a tutti i tipi di rischio, non solo quelli informatici, e offre una cornice metodologica per valutare e gestire minacce, vulnerabilità e impatti.
L’obiettivo non è solo la protezione, ma anche la valutazione strategica del rischio in relazione agli obiettivi aziendali, favorendo decisioni informate e sostenibili.

È particolarmente utile per allineare i diversi comparti aziendali (IT, risk management, compliance, legale, operations), creando un linguaggio comune sul concetto di rischio.

 

Conseguenze di un approccio non strutturato al rischio

Rischio
Descrizione
Impatto
Decisioni scollegate dal rischio
Manca una visione sistemica nei processi decisionali
🔴 Alto: scelte non sostenibili o esposte a vulnerabilità
Silos organizzativi
Ogni reparto gestisce il rischio in modo autonomo
🟡 Medio: mancanza di coordinamento e duplicazioni
Assenza di metriche condivise
Il rischio non è misurato in modo oggettivo
🟠 Medio-Alto: difficile definire priorità e strategie
Reattività invece che prevenzione
Le azioni arrivano dopo l’incidente
🔴 Critico: aumento dei costi e impatto sul business continuity
Inadeguata cultura del rischio
Il rischio è visto come problema dell’IT
🟡 Medio: coinvolgimento insufficiente del top management

Due standard, una strategia comune: gestione consapevole e sostenibile

In molti casi, adottare solo uno dei due modelli può rivelarsi limitante. La vera forza nasce dall’integrazione.

Questa sinergia permette di:

  • Tradurre il rischio informatico in rischio aziendale;
  • Allineare le strategie di sicurezza con gli obiettivi di business;
  • Dimostrare, in caso di audit, la coerenza tra strategia e operatività;
  • Creare una cultura del rischio diffusa a tutti i livelli dell’organizzazione.

Come iniziare: un approccio strutturato e scalabile

L’adozione degli standard ISO non deve essere vissuta come un obbligo burocratico, ma come un’occasione per migliorare l’efficienza e la resilienza dell’intera azienda. Il percorso ideale parte dalla definizione del contesto di rischio, prosegue con l’identificazione degli asset e delle vulnerabilità, e si consolida attraverso l’introduzione di strumenti digitali in grado di automatizzare discovery, analisi e simulazioni.

Nel mondo della cyber security, la gestione del rischio non può più essere affidata all’improvvisazione o al buon senso. Serve metodo, visione e responsabilità. L’integrazione tra ISO/IEC 27000 e ISO 31000 consente alle aziende di affrontare le minacce digitali in modo strutturato, misurabile e strategico, trasformando la sicurezza da voce di spesa a leva competitiva.

Per le organizzazioni che vogliono affrontare con consapevolezza la trasformazione digitale, adottare questi standard non è un traguardo, ma un punto di partenza.

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